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Una storia complessa, con radici antichissime
e con il segno profondo delle vicende della Grande Guerra.
1914
1915
1916
1917
1918
28 Giugno
Inizio Grande Guerra - attentato di Sarajevo
1 Agosto
Scoppia la guerra in Europa
26 Aprile
Patto di Londra
24 Maggio
Dichiarazione di guerra all'Italia
23 Giugno
Prima battaglia dell'Isonzo
17 Luglio
Seconda battaglia dell'Isonzo
18 Ottobre
Terza battaglia dell'Isonzo
11 Novembre
Quarta battaglia dell'Isonzo
11 Marzo
Quinta battaglia dell'Isonzo
6 Agosto
Sesta battaglia dell'Isonzo
8 Agosto
Conquista di Gorizia
14 Settembre
Settima battaglia dell'Isonzo
30 Settembre
Ottava battaglia dell'Isonzo
Dopo il consueto bombardamento distruttivo, l'esercito italiano uscì dalle trincee e attaccò il nemico. A sera sul Carso in alcuni punti gli italiani erano riusciti ad oltrepassare le posizioni austriache di poche centinaia di metri, poi le truppe erano state costrette a fermarsi sotto il fuoco nemico. Lungo il fiume Vipacco erano stati conquistati dei tratti della prima linea nemica, senza poter andare oltre.
L'11 ottobre la battaglia riprese: contemporaneamente le artiglierie italiane ed austriache iniziarono un furioso bombardamento, mentre le truppe si scontravano sul campo di battaglia. A sera gli italiani erano riusciti a conquistare altri
tratti di trincee nemiche.
Il 12 ottobre gli austriaci tentavano una serie di contrattacchi per riconquistare le posizioni perdute ma furono sempre respinti, con perdite elevate, e centinaia di austriaci furono fatti prigionieri. Ciò fu a causa della cessazione degli scontri con lo scopo di consentire il raorzamento sulle nuove posizioni.
Dal 10 al 12 ottobre si ebbero circa 24.500 perdite tra gli italiani, e 40 500 tra gli austriaci.
Con l'ottava battaglia dell'Isonzo, la linea del fronte era arrivata a pochi chilometri dalle difese della città di Trieste. Gli austriaci, per restringere il fronte ed avere più truppe sulle nuove linee, arretrarono di centinaia di metri, abbandonando la zona di Gorizia e ritirandosi su una nuova linea che andava dal monte Santo verso il mare, nei pressi delle colline dell'Ermada.
L'offensiva è una delle cosiddette spallate militari lanciate dal generale Cadorna per logorare gli austro-ungarici. Ma il tempo avverso, la resistenza delle truppe imperiali, gli errori tattici, la scarsità di mezzi e materiali fanno guadagnare poco terreno alle truppe italiane che poi vengono costrette a bloccarsi sulle posizioni guadagnate dalla controensiva austriaca. Le perdite sono alte da entrambe le parti.
[fonte: wikipedia.org]
1 Novembre
Nona battaglia dell'Isonzo
Nei giorni successivi all'Ottava Battaglia dell'Isonzo i prigionieri russi ed i veterani delle milizie austro-ungariche proseguirono nella costruzione della nuova linea difensiva sul Monte Ermada. Il rischio corso ad inizio ottobre aveva allarmato i vertici militari asburgici: l'eventuale conquista di Trieste da parte dell'esercito
italiano avrebbe cambiato molte cose sul fronte isontino.
Alla fine del mese, approfittando di un miglioramento delle condizioni meteorologiche, gli italiani ripresero il bombardamento verso le linee nemiche che si intensificarono il 1° novembre nella zona di Doberdò e Opacchiasella (oggi Opatje Selo).
La Terza Armata, con una concentrazione di 200 mila uomini in pochi chilometri, attaccò poco prima di mezzogiorno riuscendo a far arretrare gli austro-ungarici di alcuni chilometri.
Il Dosso Faiti, una collina di 430 metri e una delle principali alture della zona, fu perso dagli uomini di Borojevic il 3 novembre grazie all'azione della Brigata Toscana. Il generale austro-ungarico era consapevole che se l'attacco fosse continuato lo sfondamento italiano sarebbe stato inevitabile. L'ultimo battaglione di riserva venne inviato sulla Quota 464, vicino al Faiti, per cercare di respingere l'avanzata dei soldati italiani (sei volte più numerosi). Con una tenace resistenza, la quota non fu presa e ancora una volta il fronte non cadde.
[fonte: itinerarigrandeguerra.it]
7 Aprile
Gli USA entrano in Guerra
12-28 Maggio
Decima battaglia dell'Isonzo
La decima battaglia dell'Isonzo fu combattuta tra le truppe italiane e quelle austro-ungariche. Gli Italiani potevano contare su 430 battaglioni e 3.800 pezzi di artiglieria, l'Austria-Ungheria su 210 battaglioni e 1.400 pezzi di artiglieria.
L'obiettivo dell'offensiva italiana era rompere il fronte per raggiungere Trieste. Dopo 2 giorni e mezzo di bombardamenti a tappeto sull'intera linea del fronte da Tolmino fino al Mare Adriatico e dopo un attacco nei pressi di Gorizia, il fronte austro-ungarico venne rotto nella periferia meridionale della città.
Gli Italiani riuscirono a conquistare temporaneamente il villaggio di Jamiano, oltre a diverse alture del Carso monfalconese, ma vennero respinti da un contrattacco austriaco partito dalle alture del monte Ermada. Tra Monte Santo e Zagora, a nord di Gorizia, riuscirono a passare l'Isonzo, a costruire tempestivamente una
testa di ponte e a difenderla.
Da parte italiana si contano 160.000 vittime (tra cui 36.000 caduti), gli austro-ungheresi persero invece 125.000 uomini (di cui 17.000 morti). L'esercito italiano riuscì a fare prigionieri 23.000 soldati austriaci, quello austriaco 27.000 italiani.
"L'azione delle nostre fanterie fu superiore ad ogni elogio, e le gravissime perdite sofferte imposero rispetto allo stesso nemico".
[fonte: wikipedia.org]
10 Giugno
Battaglia dell'Ortigara
19 Agosto
Undicesima battaglia dell'Isonzo
18 Settembre
Battaglia di Carzano
24-25 Ottobre
Dodicesima battaglia dell'Isonzo
e disfatta di Caporetto
11 Novembre
Battaglia delle Melette
13 Novembre
Battaglia del Monte Grappa
Mese di Marzo
Battaglie in Lombardia e Alto Adige
15 Giugno
Battaglia del solstizio
24 Ottobre
Battaglie finali sul Monte Grappa
e sul Piave
30 Ottobre
Ritirata austro-ungarica
3 Novembre
L'armistizio - Trento e Trieste all'Italia
4 Novembre
Fine della Grande Guerra
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LE TRINCEE
LE CAVITÀ
Linea di trincea del fronte austro-ungarico
Durante le Battaglie dell'Isonzo della prima guerra mondiale, l’area di studio fu baluardo inespugnabile per l'esercito austro-ungarico a difesa di Trieste. La linea di sbarramento Ermada - Castagnevizza si può considerare come la più forte barriera nel settore meridionale dell’altipiano e in quello a mare. Aveva uno sviluppo di oltre 5 km ed era costituita da una trincea con scavo profondo, accompagnata da una linea dei 100 metri quasi ininterrotta. Sul monte Ermada le truppe italiane non arrivarono mai. Da qui durante la dodicesima offensiva, le truppe austriache partirono nell’autunno del 1917 determinando la famosa ritirata dell’esercito italiano (Disfatta di Caporetto).
Le tracce del fronte comprendono, oltre alle trincee, resti di oltre 200 cavità (caverne di ricovero, caverne attrezzate, “tane di volpe”, ospedali), postazioni di vedetta, accampamenti nelle doline, lapidi commemorative.
LA TENUTA DEI PRINCIPI DI THURN UND TAXIS
Borgo abbandonato “Case Kohisce”ex tenuta agricola dei Principi della Torre e Tasso, costruita nel XVIII sec.
L’esistenza di un nucleo agricolo alle pendici del monte Cocco è documentata fin dal 1600; era abitato da una famiglia rurale da cui probabilmente trae origine il nome di Case Kohisce. Alla fine del 1700 i coloni delle case passano alle dipendenze dei principi di Duino. I coloni avevano il compito di curare le coltivazioni a breve distanza dalla fattoria, anche queste di proprietà dei principi.
Il complesso agricolo è mappato nel 1818 nel catasto Franceschino che descrive gli edifici e le relative strade di collegamento. Si trattava di un agglomerato a corte, recintato da un muro a secco in pietra, con abitazioni, stalla, fienile, cisterna, porcilaia e annessi rurali. Le strade che attraversavano il borgo conducevano verso Medeazza, Malchina e Duino. Il borgo è abitato fino al 1964, poi viene abbandonato e rimane inattivo fino ad oggi. Il nuovo progetto di sviluppo agricolo della Società Agricola Kohisce mira al recupero e alla rivitalizzazione di questo storico borgo e delle aree circostanti.
I CASTELLIERI
Castelliere di MONTE ERMADA
Castelliere di Monte GABRNJAK
Costruzioni di epoca protostorica erette attorno alle sommità collinari. Erano utilizzati come villaggi murati o postazioni di controllo del territorio. La maggior concentrazione archeologica e paleontologica di tutto l'altipiano carsico si trova proprio nella zona costiera tra Duino ed Aurisina e nel suo entroterra: gli insediamenti umani erano evidentemente favoriti dall'accesso al mare di Sistiana e del Timavo.
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